TENDENZE DICEMBRE 2013

TENDENZE DICEMBRE 2013
OTTOBRE 2013: TEMPERATURE NELLA MEDIA MA PRECIPITAZIONI ATTESE NETTAMENTE SOTTO LE MEDIE DEL PERIODO



lunedì 7 ottobre 2013

INVERNO 2013: INIZIO ESPLOSIVO?

Siamo entrati nella seconda settimana di Ottobre ed è tempo di fare le prime considerazioni su come potrebbe iniziare l'inverno 2013-2014. Purtroppo quest'anno chiunque si diletti nelle previsioni a lungo termine si trova di fronte ad un problema non da poco: lo SHUTDOWN in USA che sta determinando la chiusura di tutti i siti govenrativi,tra cui quelli del NOAA fondamentali per le reanalisi meteo. Le considerazioni che faremo in questo articolo si basano su dati e carte prelevate prima della chiusura di tali siti,e dunque andranno aggiornate non appena torneranno disponibili le nuove carte di reanalisi.
Avevamo annunciato l'utilizzo della distribuzione delle anomalie pluviometriche del mese di settembre sul continente europeo come predictor del mese di Dicembre,ma purtroppo al momento non possiamo recuperare tali anomalie,così come non sono recuperabili quelle relative alla disposizione delle anomalie di GPT dello stesso mese.
 Dovremo quindi affidarci a strumenti diversi,ma non per questo meno importanti o validi. Per prima cosa volevamo spendere due parole sull'indice QBO che terrorizza molti in quanto si trova in fase positiva,la quale viene spesso associata ad inverni caratterizzati da AO nettamente positiva e quindi caldi e miti.
Altro luogo comune è l'associazione tra QBO e fase del ciclo solare,secondo molti infatti quest'anno ci troveremmo con l'accoppiata QBO+/MINIMO SOLARE e ciò comporterebbe un vortice polare estremamente chiuso ed impenetrabile con freddo e neve relegati alle alte latitudini e miti alte pressioni alle basse latitudini,insomma un inverno di tipo pienamente zonale.
Riguardo alla QBO e al suo rapporto con il ciclo solare dobbiamo però ricordare che l'associazione deve essere fatta non con "minimo" o "massimo" ma con i valori di SOLAR FLUX i quali attualmente si trovano attorno a 110,dunque non propriamente un valore da minimo ma piuttosto un valore medio. Un'altra importante considerazione è la correlazione tra QBO positiva e fase della PDO. Se consideriamo infatti tale accoppiata ci accorgiamo che riguardo al mese di Dicembre le conseguenze sul continente europeo sono molto diverse.
Quando ci troviamo in fase QBO+/PDO- [Figura 1] ,come verosimilmente ci troveremo quest'anno, si nota una netta spinta del gelo RUSSO-SIBERIANO verso ovest con gran parte dell'europa sotto anomalie negative di temperatura. In particolare rispetto all'accoppiata QBO+/PDO+ [Figura 2] si nota una maggior propensione a fasi fredde su Francia e Spagna,il che lascia pensare ad un indice NAO maggiormente negativo.
Gli inverni caratterizzati da QBO positiva e PDO  negativa [Figura 3] mostrano un forte anticiclone aleutinico che consente ripetuti affondi sul continente nord americano e di conseguenza attiva la risalita dell'azzorriano in oceano atlantico,ciò sembrerebbe favorire anche un'anomalia positiva a sud est della groenlandia in grado di determinare discese fredde più occidentali sul continente europeo (radici azzorriane meno salde?).
Viceversa gli inverni caratterizzati da QBO positiva e PDO positiva [Figura 4] mostrano uno spostamento verso EST delle anomalie di alta pressione,con una depressione aleutinica ed un'alta pressione collocata sul continente americano con getto in uscita traslato verso est e probabilmente un anticiclone azzorriano maggiormente invadente verso l'europa occidentale. In questo caso quindi potrebbero essere favorite delle discese fredde molto orientali,con terget balcanico-adriatico e fasi fredde che riguarderebbero maggiormente l'Europa centro-orientale.
Si può pensare quindi che gli inverni in QBO+/PDO- come potrebbe essere questo 2013-2014 siano maggiormente inclini ad avere un indice NAO negativo piuttosto che quelli con QBO+/PDO+,di conseguenza potremmo aspettarci le principali fasi fredde sull'europa centro-occidentale,ciò tradotto in termini Italici significherebbe ancora una volta un inverno sottomedia termica e particolarmente nevoso al centro-nord e più mite al sud.
Come detto più volte molto importante è capire come trascorrerà il mese di Dicembre,in quanto durante questo mese le dinamiche del VPT e del VPS andranno poi a condizionare i 2/3 dell'inverno,ovvero i mesi di Gennaio e Febbraio,dunque senza una previsione molto accurata per il primo mese invernale si rischia di sbagliare completamente anche la tendenza per i mesi a seguire.
Come già detto in apertura la chiusura momentanea di alcuni siti rende molto difficile ad oggi buttare giù un'analisi approfondita,dunque ci affidiamo all'osservazione delle dinamiche del vortice polare durante il mese in corso per azzardare quello che "combinerà" verso fine Novembre. C'è giustamente una grande attenzione verso la progressione dello Snow-cover euroasiatico,il quale appare già nettamente sopramedia,tuttavia sappiamo come che l'aumento dell'estensione della copertura nevosa (SAI) è una conseguenza del comportamento del VP durante il mese di ottobre (segnalo l'immenso lavoro di EVEN e RICCARDO2 http://www.centrometeotoscana.it/forum/index.php?topic=7356.0). Siamo andati quindi a cercare le anomalie di GPT su scala emisferica in mesi di Ottobre che hanno preceduto mesi di Dicembre caratterizzati sia da AO che da NAO negative [Figura 5] (lavoro fatto per fortuna prima che il NOAA oscurasse il sito!). Si nota subito un asse di alta pressione che partendo dall'europa occidentale attraversa tutto il Polo Nord dislocando il vortice polare in due rami,di cui il principale va a posizionarsi sulla siberia. Se adesso osserviamo quanto ci mostrano i principali GM per il lungo termine (anomalie di GPT 216 ore ECMWF) notiamo una disposizione molto simile,con una vasta anomalie di alta pressione che taglia tutto il polo partendo proprio dalle coste spagnole e con il vp disposto con asse molto simile a quello assunto in mesi di Ottobre di anni con Dicembre in AO e NAO negativi.
Ovviamente quest'ultima considerazione si basa su carte a 200 ore di conseguenza va presa con le molle,anche se va detto che è una configurazione che appare già nel medio termine e  che viene ripsoposta da numerosi run.
Al momento dunque potremmo concludere che alla luce dell'accoppiata QBO/PDO,della disposizone delle anomalie previste per Ottobre e di altri indici,potremmo avere una fine di Novembre ed  un mese di Dicembre particolaremente freddo sull'Europa centro-occidentale grazie a NAO ed AO su valori negativi. Tale configurazione potrebbe ancora una volta premiare le regioni centro-settentrionali del nostro paese in termini di neve e freddo,mentre porrebbe ai margini il centro-sud.
Nelle prossime analisi ci auguriamo di poter introdurre nuovi elementi grazie alla riapertura dei siti governativi americani,oltre che di approfondire l'analisi con elementi riguardanti ENSO e SAI, ricordiamo ancora una volta che molto del ragionamento di cui sopra si basa sulle anomalie di GPT per il mese di Ottobre PREVISTE dai GM,se queste dovessero subire un ribaltone nelle prossime emissioni è naturale attendersi un ribaltamento anche nelle tendenze stagionali.




DALLA SECONDA PARTE DELLA SETTIMANA TORNA IL MALTEMPO: PRIMA NEVE A QUOTE BASSE?

Ottobre 2013 è iniziato con una fase di maltempo piuttosto intensa,la quale ha colpita principalmente il centro-sud con quantitativi di pioggia molto importanti e che nelle ultime ore si estesa anche al nord e versanti adriatici.
Questa fase di tempo perturbato tuttavia si è verificata non tanto per la ripresa dell'attività atlantica,quanto per una goccia fredda riuscita a penetrare un poderoso muro anticiclonico posizionato su gran parte d'Europa. Nonostante infatti la fase positiva ben affermata della QBO qualcosa non quadra.
 La QBO positiva dovrebbe favorire una circolazione di tipo zonale,associata ad esempio ad un'intensa stagione degli uragani atlantici,ed invece sono le alte pressioni a farla da padrone,in certi casi anche determinando poderosi blocchi alla circolazione zonale come nei prossimi giorni.
 E' logico attendersi dunque che se è l'alta pressione azzorriana a guidare i giochi, il clima sull'europa centrale sarà caratterizzato ora da fasi miti e stabili,ora da fasi perturbate e principalmente a carattere freddo poichè gli assalti perturbati proverranno dall'artico e non dal più mite atlantico.
Un'altra conseguenza di una forte alta pressione autunnale potrebbero essere fenomeni alluvionali locali,qual'ora un goccia fredda riuscisse ad insinuarsi nel campo di alta pressione potrebbe infatti trovare sbarrata la sua naturale strada verso est e rimanere stazionaria determinando piogge abbondanti per più giorni.
 Da metà settimana l'alta pressione delle Azzorre migrerà in pieno oceano,e da li si porrà a blocco della circolazione zonale erigendosi verso nord,ciò determinerà la prima discesa artica stagionale verso l'europa centrale. Una vasta goccia fredda si staccherà dal getto polare e muoverà verso le alpi,adagiandosi sulla Francia sud-orientale ed in parte sulle nostre regioni settentrionali.
Ovviamente come sempre in questi casi è difficile inquadrare l'esatto cammino del blocco freddo in quota,al momento pare però probabile un suo ingresso sul mar ligure con formazione di un minimo di bassa pressione tra giovedì e venerdì. Il tempo dunque dovrebbe peggiorare già giovedì nelle prime ore al centro nord e sulla fascia tirrenica,poi tra venerdì e sabato l'ingresso di aria più fredda potrebbe innescare un fronte temporalesco al centro-nord e toscana in rapido passaggio.
Al momento la goccia fredda è vista risalire verso Nord-ovest,apportando così nel week end i suoi massimi effetti sulla Francia e consentendo un miglioramento al centro,mentre il nord rimarrebbe interessato da un flusso occidentale in grado di determinare ancora piogge e nevicate.
Va detto che ECMWF stamani alleggerisce la quantità di freddo in ingresso rispetto ad alcuni run precedenti,ciò permetterebbe si di vedere la neve sulle alpi attorno ai 1500m (specialmente su Piemonte e Lombardia),ma scongiurerebbe una fase così nettamente sottomedia come si poteva pensare inizialmente. Tuttavia il calo delle temperature sarà netto anche in contrasto con il sopramedia che ha caratterizzato questo inzio di Ottobre,passeremo da 4-5 gradi sopra la media stagionale a 4-5 sotto,dunque un importante calo di una decina di gradi (avvertito soprattutto nelle temperature massime) ma comunque in linea con il periodo autunnale.
Il proseguio del mese è ad oggi di difficile interpretazione,anche se parrebbe continuare un flusso fresco da nord-ovest al centro nord,capace di portare cieli grigi e piogge intermittenti, ed uno più mite meridionale al centro sud con giornate più calde e soleggiate.

domenica 1 settembre 2013

SETTEMBRE MESE CRUCIALE NEL DEFINIRE LE SORTI DI DICEMBRE 2013?

Torniamo ad insistere sull'importanza del disporsi delle anomalie settembrine per poter definire il prossimo mese di Dicembre. Il primo mese invernale risulta fondamentale nella comprensione del comportamento di tutta la stagione fredda,in quanto spesso è la causa scatenante delle successive fasi fredde (o miti).
Durante il mese di Dicembre infatti si innesca l'interazione stratosfera-troposfera,ed in base alle configurazioni che vengono a crearsi si innescano dei feed-back che andranno a condizionare l'inverno.
Fare una previsione accurata per la prima parte invernale significa quindi molto spesso ottenere ottimi risultati anche nei successivi mesi di Gennaio e Febbraio. Abbiamo già parlato del nuovo metodo che andremo a sperimentare a fine mese,adesso vogliamo utilizzare ancora la via più "classica",cioè prendere in considerazione le anomalie di geopotenziali del mese di Settembre come indicatori della prima parte invernale.
Se restringiamo il campo ad un periodo temporale che va dal 1990 al 2012 ci accorgiamo subito di come le anomalie di GPT a 500hpa durante il mese di Settembre siano OPPOSTE in anni che hanno mostrato mesi di Dicembre tipicamente invernali (freddi e spesso nevosi) rispetto ad anni in cui il primo mese del trimestre freddo è trascorso mite e più simile all'autunno.
Anni con mesi di Dicembre molto importanti dal punto di vista del freddo e delle nevicate fin sulla nostra penisola (1996,2001,2005,2009,2010 tra gli altri) mostrano anomalie di geopotenziali positive su centro-nord atlantico e Russia europea,negative su nord Islanda, Scandinavia ed Europa centrale.
 Nel caso invece di anni con dicembre mite invece le anomalie sono esattamente opposte.
Se adesso osserviamo i principali modelli per i prossimi 5-10 giorni possiamo notare una costante rappresentata da un anticiclone azzorriano particolarmente presente su centro-nord atlantico ed una falla iberico-portoghese stazionaria.
 Guardando la carta delle anomalie a 500hpa previste per la prima decade di Settembre ci accorgiamo che tale disposizione non abbia niente in comune con anni caratterizzati da una prima parte invernale anonima,ma sia invece non troppo lontana dalla tipica configurazione che prelude a mesi di Dicembre freddi.
Ovviamente si tratta soltanto della prima decade,e le anomalie non sono ancora così sovrapponibili da potersi sbilanciare,ma dovesse essere confermata una tendenza a movimento lento e graduale della bassa pressione spagnola verso nord-est nella seconda decade ecco che si andrebbe verso un Settembre tipico da prima fase invernale fredda.
Appare al momento infatti molto difficile che l'anomalia positiva su centro-nord atlantico possa essere sostituita da una di segno opposto (che accompgna i mesi di settembre precedenti una prima fase invernale mite).
Vedremo come evolverà la situazione e se questo "vecchio" metodo darà le stesse risposte del "nuovo",ovvero quello che considera le precipitazioni (che ovviamente non si discostano molto dalla disposizione delle anomalie di GPT,ma che probabilmente sono più precise).

venerdì 30 agosto 2013

LE ANOMALIE DI PRECIPITAZIONI SETTEMBRINE CI DIRANNO COME SARA' LA PRIMA PARTE INVERNALE?

Come descritto nel precedente aggiornamento ci troviamo di fronte ad una fase di cambiamento climatico che fa capo al nuovo comportamento della nostra stella, e che probabilmente attua i suoi effetti attraverso una modifica delle SSTA e della distribuzione dei ghiacci polari. In questo contesto come già spiegato risulta molto difficile continuare a fare analisi stagionali con la stessa affidabilità di qualche anno fa.
La situazione infatti sembra evolversi molto rapidamente,ed in particolare potremmo individuare il 2008-2009 come inverno di svolta,sebbene i soli quattro inverni che gli sono succeduti siano pochi per poter anche solo azzardare una statistica. Abbiamo così tentato di individuare un nuovo indice,o per dirla alla maniera degli esperti un nuovo PREDICTOR. Ovvero una particolare situazione che viene OSSERVATA e non PREVISTA e che quindi non è soggetta ad errori. Si parte cioè da un dato certo,bypassando le decine di indici che già in passato nascondevano insidie e i quali attualmente sono ancora meno affidabili.
Nel nostro caso abbiamo osservato tre possibili predictor:
1) le anomalie a 500hpa registrate nel mese di Agosto (vecchio metodo che utilizzavamo per inquadrare le caratteristiche generali della prima fase del successivo inverno)
2) le anomalie a 30hpa nel mese di Agosto (allo scopo di valutare se la stratosfera potesse aiutarci)
3) ANOMALIE DI PRECIPITAZIONI DEL MESE DI SETTEMBRE (nuovo metodo)
Ovviamente vogliamo chiarire la natura ancora del tutto sperimentale di queste osservazioni,serviranno anni per verificare se le anomalie delle piogge settembrine potranno aiutarci nella previsione del successivo inverno.
Ci siamo inoltre limitati ad osservare gli anni dal 1990 al 2012 perchè spingersi troppo indietro nell'archivio non ci sembrava idoneo,visto la nuova fase climatica in essere. Il risultato è una distribuzione di surplus e deficit pluviometrici nettamente diversa tra mesi di Settembre che hanno preceduto inverni miti o inverni freddi nelle loro prime fasi (fino a metà Gennaio).
Abbiamo poi confrontato gli altri due predictor precedentemente elencati,ottenendo che la stratosfera non appare molto indicativa,mentre le anomalie a 500hpa correlano al 55,6% (che diventa 66,7% qualora si tolgano un paio di anni che si sono comportati in modo bizzarro sotto ogni punto di vista). Le anomalie di precipitazioni invece sono affidabili nel 72,2% dei casi,che diventa un clamoroso 86% una volta spuntati i soliti due anni anomali. Questo significa che una determinata anomalia di precipitazione nel mese di Settembre NEL PEGGIORE DEI CASI ci indicherà come sarà la prima parte invernale in più di 7 CASI SU 10!
Non è tutto perchè se si analizzano più nel dettaglio tali anomalie sembrano in grado di indicarci non solo se l'inverno sarà freddo o mite nella sua prima fase,ma anche quale sarà la configurazione tipica dei mesi di Dicembre e Gennaio,con margini di errore ancora più ridotti.
I prossimi anni e le prossime modifiche a questo metodo ci diranno se davvero questo predictor potrà migliorare le previsioni stagionali invernali,ovviamente non sostituendo ma integrando i già noti indici

PREVISIONI STAGIONALI IN CRISI: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO CAUSA PRINCIPALE?

Come molti di voi avranno notato ci siamo presi una lunga pausa nell'analisi delle previsioni a lungo periodo durante questa primavera-estate 2013.
Il motivo principale è il netto cambiamento climatico in atto,guidato come ormai sappiamo da una nuova (e debolissima) fase di attività solare, che riguarda soprattutto la disposizione del vortice polare,sia in troposfera che in stratosfera. Fino ad oggi avevamo sviluppato una tecnica che prevedeva il confronto di tutti i principali indici con quelli avuti negli anni passati permettendoci così di dire quale sarebbe stata la configurazione dominante nei mesi avvenire.
Ovviamente non tutti gli indici avevano lo stesso peso,sbagliando previsione dopo previsione però eravamo riuscito ad attribuire a ciascuno (o ad una loro combinazione) un valore tale da ottenere previsioni sempre più precise,con risultati molto soddisfacenti. La precisione di queste previsioni a lungo termine però,negli ultimi due anni, è drammaticamente crollata,evidentemente il vecchio sistema della comparazione degli indici non è più valido,o più probabilmente necessita di qualche "aiuto".
Le stagioni che sono diventate più difficilmente prevedibili sembrano essere l'estate (e non è del tutto una novità,i mesi estivi sono da sempre i più incerti in sede di previsione a lungo termine) ed il nostro amato inverno.
Nei mesi caldi infatti si assiste ad una forzante rappresentata da continue risalite di aria calda africana verso il mediterraneo,anche quando le principali TLC proponevano un'estate priva di visite subtropicali,anche quando le stesse SSTA sembravano opposte a quelle di anni torridi. Durante l'estate è normale avere fasi calde, tuttavia ad esempio l'estate 2013 sembrava sulla carta non essere in grado di vedere fasi africane ed invece presentarsi molto più perturbata di quanto sia stata.
Non possiamo certo parlare di un trimestre JJA 2013 torrido come altri lo sono stati negli ultimi anni,ma sebbene a nostro avviso non ce ne fossero le basi,l'anticiclone africano si è spinto da queste parti in più occasioni e per periodi più lunghi del previsto.
Per quanto riguarda gli inverni invece la situazione è addirittura più chiara e riguarda senza dubbio l'anomalo comportamento del vortice polare,sia in troposfera che in stratosfera. Si assiste infatti ad un netto disaccoppiamento lungo tutta la sua colonna,con la stratosfera che origina anomali e molto anticipati STRAT-COOLING, con la soglia di +1,5 dell'indice NAM che negli ultimi due inverni è stata raggiunta o superata già entro novembre. In troposfera invece il vortice polare risulta molto disturbato,si origina così un dipolo artico, ovvero una sua dislocazione sul continente euro-asiatico, ciò comporta uno svuotamento di vorticità canadesi,un poderoso aumento dello snow-cover ed un indice AO quasi perennemente negativo nella prima parte stagionale.
Tale comportamento sembra non risentire dei principali indici utilizzati fino ad oggi,e la grande variabilità nelle previsioni stagionali invernali SEMBRA quasi risolversi in un 50 e 50: se si impone la debolezza troposferica del VP avremo gelo e neve fin sul mediterraneo nella prima fase invernale (2009-2010), se invece prende il sopravvento lo strat-cooling stratosferico ecco che il VP rimane decentrato ad EST con prima fase invernale anonima ma inevitabile MMW (o simile) nella seconda parte dell'inverno. La tipica dimostrazione sono i dicembre 2009 e 2010 e quelli 2011 e 2012,anni nettamente diversi come indici di partenza ma che hanno portato al medesimo risultato,segno evidente che le strade possibili si sono ridotte e che comunque vada i nostri inverni tenderanno ad essere sempre più freddi e nevosi,resta da capire se nella prima o nella seconda fase.
Passiamo adesso a proporre le previsioni per i mesi di Settembre ed Ottobre,mesi che facendo parte ormai della stagione autunnale,dovrebbero essere per quanto detto sopra meno soggetti ad errori. Partendo dal fatto che l'attività solare ci pare l'elemento fondamentale di questi anni,abbiamo innanzitutto selezionato anni in cui l'attività solare fosse bassa ed in ulteriore calo (situazione che probabilmente caratterizzerà anche questo autunno).
Altri indici considerati sono stati il PNA ad agosto,la QBO a luglio e il comportamento dell'indice NAO nel trimestre AMJ. In particolare è interessante considerare come l'indice NAO si sia mantenuto positivo in questo 2013 da Aprile a Luglio,fatto questo non così comune in archivio e quindi utile nella ricerca di anni simili. Infine abbiamo considerato anche le SSTA del mese di agosto,qui riscontrando però parecchie difficoltà come al solito nel trovare anni in cui queste fossero confrontabili su gran parte dell'emisfero nord. Dalla prima tabella possiamo vedere quali siano gli anni con maggior similitudini a questo 2013,sono stati infatti presi in considerazione soltanto gli anni con un numero di similitudini maggiore di 3 (evidenziati in giallo).
Tuttavia considerando questi anni ci accorgiamo subito che tra di loro presentano comportamenti molto diversi,soprattutto in ottica invernale,abbiamo infatti quattro anni con NAO negativa a dicembre e quattro con NAO positiva,due anni con temperature sottomedia a dicembre e due con temperatura sopramedia a dicembre. Infine due anni (1962 e 1984 entrambi in celeste) precedono mesi di gennaio-febbraio storici,uno (2006 in verde) fa parte di un inverno tra i più caldi ed anonimi degli ultimi 30 anni.
In conclusione quindi possiamo "fidarci" di queste previsioni stagionali soltanto fino a Novembre,mentre per analizzare la possibile evoluzione invernale dovremo attendere ulteriori elementi,uno in particolare è allo studio da diversi mesi e sarà oggetto del prossimo articolo.

sabato 20 aprile 2013

PREVISIONI STAGIONALI: MAGGIO FRESCO,GIUGNO STABILE E LUGLIO MOLTO PIOVOSO?

Riprendiamo l'aggiornamento del blog con un punto sulle consuete previsioni stagionali riguardanti la seconda parte della primavera e la prima parte estiva. Non possiamo non soffermarci però su quanto avvenuto durante questo inverno,un inverno che potremmo definire "caldo" per la nostra penisola anche se probabilmente la sensazione avvertita da molti non coincide con le termiche avute.
Tuttavia se si considera la vasta porzione d'Italia che si trova a sud del Po possiamo tranquillamente notare come l'isoterma di -5°C ad 850 hpa, utilizzata convenzionalmente per individuare discese di aria fredda durante il trimestre invernale, si sia affacciata in rarissime occasioni,e sempre per periodi di tempo estremamente limitati,raramente per più di 24 ore.
A nord non si è andati molto lontani da tale situazione,mentre un discorso diverso vale per la neve,la quale è riuscita a cadere nonostante termiche in quota none esaltanti. Il freddo al suolo dunque non è coinciso con quello in quota,almeno sul nostro paese,ma anche questa affermazione rischia di essere sbagliata se allarghiamo lo sguardo alle regioni subito a nord delle Alpi.
Sull'europa centrale,quella orientale e la Gran Bretagna infatti è in atto una vera e propria "piccola glaciazione",e questo già da quattro inverni consecutivi. Anche quest'anno infatti abbiamo avuto termiche da record che hanno investito questi paesi per periodi molto lunghi,determinando uno degli inverni più freddi degli ultimi 100 anni,situazione più o meno identica a quella degli inverni 2008-2009,2009-2010,2010-2011,2011-2012. E' evidente che 4-5 inverni consecutivi non possono considerarsi una casualità,soprattutto perchè alcuni indici anche molto importanti si sono presentati anche di segno opposto in questi cinque anni,senza però riuscire a cambiare il risultato complessivo (gelo sull'europa centro-occidentale); ciò significa che deve esserci un "indice" di portata superiore,che è al momento predominante,e che impone una nuova fase climatica all'Europa, un indice (o più probabilmente una coppia di indici come vedremo) che mette in secondo piano mostri sacri della previsione teleconnettiva come ENSO (NINA o NINO) e QBO,i quali possono solo apportare delle "rifiniture" ad un quadro complessivo.
 Emblematici in tal senso i Dicembre 2009 e 2010,quando con ENSO opposti e di grande intensità il risultato è stato il medesimo con un vortice polare a pezzi ed una permanente elevazione azzorriana verso nord-ovest,oppure i Novembre/Dicembre 2011 e 2012 quando con QBO opposte il vortice polare stratosferico ha mostrato i muscoli con addirittura due Strat-Cooling consecutivi!
I due grandi protagonisti non possono che essere l'anomalo ciclo solare,con la nostra stella avviata ormai verso un minimo epocale,e l'anomalia negativa dei ghiacci,due fenomeni che probabilmente sono strettamente legati. Il minimo solare come sappiamo infatti determina un riassetto delle anomalie delle superficie degli oceani nell'emisfero nord,soprattutto del nord atlantico,e ciò ha un effetto drammatico sui ghiacci,soprattutto in zona est-Canada e Mar di Kara. Si innescano così una serie di reazioni a catena che portano a numerose conseguenze,forse le più importanti delle quali potrebbero essere:

1) Aumento dell'estensione dello snow-cover euro-asiatico: inverni europei gelidi con vortice polare troposferico zoppicante e vortice polare stratosferico molto molto forte (frequenti strat-cooling in tardo autunno e MMW nella seconda parte invernale)

2) Estati dominate dall'anticiclone africano sul mediterraneo a causa delle anomalie negative in atlantico (NAO negativa) che nella stagione estiva,quando il vortice polare è pressochè inesistente,promuovono cut-off depressionari in pieno oceano e conseguenti risalite di aria tropicale sul nostro paese

Mentre il punto 2,soprattutto nella seconda parte delle nostre estati,potrebbe diventare alquanto scontato,il primo punto si realizzerà nei prossimi anni quasi ogni inverno sull'europa centro-occidentale. Sul nostro paese invece vivremo inverni altanelanti,dove i più caldi saranno simili a quello appena passato (quindi comunque molto nevosi al nord),i più freddi molto simili al febbraio 2012 e i più comuni freddi e nevosi al centro nord sullo stile dei Dicembre 2009 e 2010. Se si dà un'occhiata all'attività solare si intuisce che a partire dalla seconda parte 2013 la nostra stella dovrebbe risprofondare in un minimo relativo,di conseguenza i due punti di sopra tenderanno ad estremizzarsi fin verso il 2025,estremizzazione che potrebbe riservare comunque anche dei colpi di scena in senso opposto!
Discorso molto più delicato per le stagioni di transizione,quali primavera ed autunno. Gli autunni potrebbero iniziare molto caldi e con frequenti fenomeni alluvionali a causa dell'aumento dell'energia in gioco,mentre conlcudersi freddi ma siccitosi,a causa dell'estensione verso ovest dell'anticiclone siberiano che sorgerà sempre più in anticipo.
Le primavere invece,grazie ad un vortice polare stratosferico in buono stato di salute, potrebbero tardare ed essere contraddistinte dall'alternanza di periodi freddi e piovosi a vere e proprie ondate di caldo afoso.
Dopo questa analisi a lunghissimo termine restringiamo il campo ai mesi di Maggio e Giungo con un accenno anche a Luglio.
Come sappiamo in primavera diventano determinanti le anomalie delle SST oceaniche,anche se non possiamo non considerare l'anomalie del comportamento solare,e quindi dare maggior peso ad anni compresi nel gruppo dei 2000 piuttosto che ad altri molto distanti anche se forse più affini. Comparando i principali indici (ENSO,SSTA,PNA,PDO,QBO e SOLAR FLUX) otteniamo in particolare due anni molto simili a questo 2013 (fotografato a marzo e nella prima metà di aprile): il 1951 e il 2006. Molto interessante proprio per quanto detto prima il 2006 che,oltre ad una notevole affinità nelle SSTA,fa parte degli "anni recenti" e dunque ha in comune la ridotta attività solare.
Dalla reanalisi dunque si ottengono le seguenti indicazioni:

- MAGGIO 2013: Mese nel complesso termicamente sotto-media,con possibilità di fasi fredde,soprattutto al centro-nord e soprattutto nella prima e nell'ultima parte. Le precipitazioni risulteranno in media o sopra-media tranne che sul centro del paese (toscana merdionale-lazio-marche). La parte centrale del mese potrebbe vedere l'arrivo di una breve ma intensa fase di caldo africano soprattutto sui settori sud-orientali. A livello europeo molto freddo su europa centro-orientale,molto piovoso su quella centro-occidnetale.

- GIUGNO 2013: Giugno potrebbe vedere un'anomalia quasi opposta,con l'instaurarsi di una vasta zona di alta pressione proprio sull'europa centro orientale,una situazione vista molto spesso nelle ultime estati,con la siberia che dopo i record di gelo invernali ha fatto registrare record di caldo,siccità ed incendi nel trimestre estivo. Gran parte del vecchio continente si troverà alle prese con temperature sopra media,mentre sul nostro paese le termiche dovrebbero attestarsi sui valori tipici del periodo,con precipitazioni però ridotte al centro-nord e lievemente sopramedia al sud. Ancora una volta il probabile mantenimento di un tripolo da NAO negativa potrebbe favorire fiammate africane,anche se probabilmente non troppo durature.

- LUGLIO 2013: Le anomalie positive di geopotenziali potrebbero migrare verso ovest,spostandosi quindi dalla siberia verso l'europa centrale. Le conseguenze sarebbero un mese di luglio torrido sull'europa centro-occidentale,con una robusta zona di alta pressione che però avrebbe la sua radice sub-tropicale molto spostata verso est,passando sopra turchia ed europa orientale. Il fianco occidentale,soprattutto a sud delle alpi,risulterebbe così scoperto ed esposto a frequenti perturbazioni in ingresso da ovest,con mediterraneo esposto a numerosi fronti temporaleschi. In questo caso avremmo un luglio molto piovoso soprattutto al centro nord e lungo i versanti tirrenici.

sabato 23 febbraio 2013

NEVE AL CENTRO-NORD e TOSCANA!

Nonostante la delusione già discussa riguardo a possibili eventi gelidi sul mediterraneo che invece non si sono verificati il centro-nord della nostra penisola è alla prese con una nuova fase nevosa,la terza,la quale contribuirà a ricordare questo febbraio 2013 come un ottimo mese al nord e sulle colline del centro. Stavolta la neve potrebbe cadere al piano anche in toscana,sebbene le termiche sian come sempre al limite.
Un nucleo di aria molto fredda è trsansitato sulle alpi,coinvolgendo anche la pianura padana,e si è diretto verso ovest,seguendo un traiettoria piuttosto occidentale tipica delle discese fredde di questo 2013. La deriva occidentale sta attivando richiami umidi da sud-ovest,dallo scontro di queste diverse masse di aria sono scaturite le nevicate al piano di ieri su gran parte del nord e a bassa quota sulla toscana. Oggi pomeriggio avremo invece l'arrivo di una perturbazione più organizzata che abborderà le coste toscane e muoverà verso est.
 Questa perturbazione porterà intense precipitazioni ed un richiamo caldo che mitigherà in parte l'aria fredda presente sulla pianura padana. Tuttavia alle quote medie la permanenza di venti da nord-est consentiranno l'afflusso di aria fredda mantenendeo le temperature al suolo compatibili con la neve al piano (anche in virtù di una colonna d'aria con dp accettabili) nonostante la mancanza ad 850hpa di temperature particolarmente negative.
La neve comincerà a cadere nel pomeriggio su gran parte del nord ed in particolare molto forte su toscana ed emilia fino al piano. Mentre sull'emilia non vi saranno problemi con neve al piano in intensificazione dal pomeriggio sera ed accumulo particolarmente rilevanti sul bolognese,sulla toscana il richiamo caldo potrebbe sfavorire le province settentrionali ad eccezione di pistoia e prato,mentre quelle centro meridionali dovrebbero essere raggiunte per prime dalle precipitazioni e dunque vedere neve.
Sulla nostra regione in serata il richiamo caldo potrebbe determinare pioggia mista a neve o anche solo pioggia in particolare nelle ore centrali della notte tra sabato e domenica,per poi tornare a neve nelle prime ore di domenica quando aria fredda affluirà da ovest. Sul resto del nord invece non dovrebbero esserci problemi,con neve al piano praticamente ovunque fatta eccezione per le coste del FVG dove potrebbe non reggere l'isoterma 0 ad 850hpa e dunque girare in pioggia nella notte tra sabato e domenica.
Per la Toscana potrebbe non essere finita qui! Dopo una giornata di domenica iniziata con neve e proseguita con forti venti di tramontana,cieli coperti e nevischio infatti nella serata di domenica una nuova perturbazione potrebbe attivarsi da ovest.
I venti girerebbero stavolta da Libeccio mentre la -5 ad 850hpa garantirebbe il freddo necessario a nuove nevicate. Il tempo potrebbe nuovamente peggiorare con nevicate in pianura a partire dalle province nord occidentali in estensione anche alla piana FI-PO-PT in serata e neve al piano nella notte e fino alla mattina di lunedì su gran parte della regione. Probabilmente l'occasione migliore dell'inverno 2012-2013 per la toscana  si concretizerebbe dunque nelle prime ore di Lunedì.
Ricordiamo comunque che la situazione è vermanete molto al limite come termiche,dunque sarà necessario un costante monitoraggio,in quanto la differenza tra pioggia e neve si giocherà al centesimo di grado!

MMW di gennaio: è stato davvero un fallimento?

Eccoci finalmente nuovamente in grado di aggiornare il blog dopo i problemi tecnici degli ultimi due mesi. Impossibile non ripartire dalla grande delusione scaturita dalle grandi attese per gennaio-febbraio che si sono poi rivelate vane per quanto riguarda la nostra penisola. Ricordiamo infatti che attorno al 6-8 gennaio alla quota di 10hpa abbiamo assistito ad uno split del vortice polare con inversione dei venti zonali e separazione dello stesso in due lobi,uno canadese l'altro siberiano.
Il NAM, come logico in questi casi,è precipitato su valori nettamente negativi,e le previsioni di quasi tutti i Longers,professionisti o meno, hanno virato verso il gelo storico per l'Europa ed il mediterraneo. La stratosfera infatti ha lavorato benissimo,e la dinamica di split è rimasta attiva alle quote comprese tra 5 e 30hpa per un periodo temporale veramente ampio,tanto da farci credere a qualcosa di veramente rilevante a livello storico. Tuttavia come sappiamo in troposfera non si è arrivati alle stesse conseguenze,anche se come vedremo la nostra percezione spesso è anebbiata dagli effetti sul nostro orticello,infatti l'MMW si è propagato con le sue conseguenze anche in troposfera,semplicemente nel suo abraccio non ha compreso il mediterraneo,non in modo diretto almeno.
Per prima cosa partiamo dalla famosa e contestata propagazione,per molti non vi sarebbe stata e gli effetti del Major Middlewinter Warming si sarebbero fermati in alta stratosfera,ipotesi contemplata in lungo ed in largo sui vari forum quando ancora il possente warming era soltanto previsto e non effettivo.
Come si può invece osservare dalla carta delle anomalie di geopotenziali (fig 1) gli effetti del warming si sono diffusi con le caratteristiche tre pulsazioni fino in troposfera,una quarta sarà in arrivo in questi giorni e probabilmente una quinta colpirà tra il 5 ed il 15 marzo. Si può poi discutere sull'efficacia delle pulsazioni in troposfera,ma è assolutamente incontestabile la propagazione dell'anomalie di geopotenziali,con tutta la colonna tropo/strato colorata in rosso. A riprova degli effetti dell'MMW in troposfera possiamo anche notare l'assetto del vortice polare a 500hpa (fig 2).
Si nota infatti un vortice polare in netta crisi e si distinguono nettamente i due nuceli principali, quello siberiano e quello canadese i quali rimangono divisi approssimativamente dal 12-13 gennaio fino al 23-25 gennaio,quindi per circa 12 giorni.
Dunque uno split giunto fino alla troposfera e rimasto in azione molto a lungo,oltre i 10 giorni,duarata temporale tipica degli eventi più importanti. Infine dalla figura 3 possiamo comprendere gli effetti sull'europa di questo terremoto stratosferico con una poderosa anomalie delle temperature ad 850hpa sull'europa centro-settentrionale e su quella orientale,con punte fino a quattro-cinque gradi al di sotto della media. Nella stessa figura possiamo notare anche gli effetti a 500hpa dell'anomalia di geopotenziali discesa dall'alto,con una vasta zona di alta pressione posizionata sul polo nord.
Conclusa quindi questa analisi possiamo dire che l'MMW di tipo split non ha fallito nemmeno in questo gennaio 2013,adesso dobbiamo però capire il motivo per cui il nostro paese ed il mediterraneo non hanno beneficiato in maniera più diretta dei suoi effetti,e qui la situazione si complica.
Il grande nemico del gelo sulla nostra penisola è stata la deriva occidentale dell'aria gelida,richiamata in atlantico da un ramo del vortice canadese troppo invadente in atlantico.
Se ricordate questo pericolo era già stato ipotizzato nelle previsioni stagionali di novembre,quando analizzando le SSTA avevamo messo in guardia da possibili split troppo occidentali,in sostanza fino a che AO e NAO fossero rimaste non troppo negative il mediterraneo sarebbe potuto essere al centro della convergenza EST-OVEST,ma in caso di una crisi troppo marcata del VP avremmo potuto avere un cedimento del blocco troppo ad ovest,esattamente quello che è accaduto. Ci eravamo fatti trasportare dall'entusiasmo e avevamo confidato troppo nell'espansione verso est del russo-siberiano,in questo modo abbiamo fallito la previsione,se invece avessimo continuato a seguire la linea delle SSTA avremmo probabilmente fatto "il colpaccio" dal punto di vista previsionale,un errore grave che non verrà certo ripetuto in futuro.
Rimane comunque molto difficile da spiegare la peristenza evolutiva,cioè i continui affondi troppo occidentali,anche perchè un evento come un MMW split di solit porta ad uno sconvolgimento delle SSTA e ad un cambio della configurazione dominante,se non subito perlomeno nelle fasi successive. Rimaniamo invece tutt'oggi immersi nella stessa dinamica evolutiva,proprio in queste ore una goccia fredda siberiana infatti è passata sulle alpi e si è diretta troppo ad ovest per coinvolgere direttamente la nostra penisola.
Per spiegare questa costanza potremmo ipotizzare la responsabilità di tre zone distinte degli oceani dell'emisfero nord: la zona PDO,quella ENSO e il nord atlantico. Questi tre settori probabilmente se presi singolarmente possono veder modificate le loro SSTA da un evento imponente come un MMW,ma nel caso (come quest'anno) in cui sia tutte e tre avverse a possenti spinte anticicloniche verso nord,hanno la meglio e diventano loro in grado di modificare l'evoluzione emisferica. I tre punti dolenti che hanno inibito praticamente per tutta la stagione uno slancio verso nord dell'anticiclone azzorriano sono dunque: PDO NEGATIVA,la quale determina una risalita eccessivamente orientale dell'anticiclone aleutinico. ENSO neutro che non ha potenziato le radici subtropicali degli anticicloni,a differenza ad esempio della NINA 2012, ANOMALIE POSITIVE in zona RM le quali hanno impedito cut-off canadesi potenziando invece il getto in uscita dagli sates e sfornando veri e propri mostri depressionari in atlantico.
Queste tre anomalie avverse in pacifico e atlantico hanno probabilmente condizionato il tipo di split,il quale è rimasto troppo a nord,pilotato soltanto dalla stratosfera la quale ha creato l'anticiclone polare,ma non coadiuvato dagli anticicloni troposferici,nè in zona wave 1 (aleutinico) nè in zona wave 2 (azzorriano) mentre il russo siberiano non poteva logicamente espandersi a causa della presenza sulla siberia di un nucleo del vortice polare.
Concludendo quindi l'MMW split non ha fallito le aspettative,su europa centro-settentrionale e su USA oreintali,confermandosi ancora una volta l'evento che per eccellenza può determinare lunghe ed intense fasi di gelo nell'emisfero nord.
 Purtroppo sono state sottovalutate le SSTA che hanno giocato un ruolo fondamentale nel limitarne gli effetti sul piccolo mediterraneo,dunque sono state le nostre aspettative ad essere sbagliate,errore che non verrà certo ripetuto in futuro. Gli MMW rimangono comunque splendidi fenomeni necessari se vogliamo vivere episodi particolarmente gelidi e soprattutto di lunga durata,oltretutto senza il condizionamento del NAM al centro-nord mancherebbero almeno tre nevicate da gennaio ad oggi.
 Sebbene limitati questi episodi freddi e nevosi infatti sono figli di debolissime elevazioni azzorriane,le quali in un normale assetto barico sarebbero state spazzate via con immediati est-shift,ma grazie ad un vortice polare debolissimo hanno consentito di portare a casa il risultato con uno sforzo davvero minimo.

giovedì 3 gennaio 2013

CLIMA MITE SULL'ITALIA,GRANDE EVENTO GELIDO IN COSTRUZIONE PER L'EUROPA!

Eccoci al primo aggiornamento dell'anno che fortunatamente sarà molto interessante grazie ad un'evoluzione appassionante che sta coinvolgendo i più alti piani dell'atmosfera. Finalmente infatti dopo un lungo periodo la stratosfera sembra voler seguire le classiche regole che ci permettono di fare ipotesi molto vicine alla realtà. Negli ultimi due mesi di novembre,quello 2011 e quello 2012, infatti il vortice polare stratosferico ha assunto comportamenti imprevedibili,accelerando a 1000 nonostante un assetto troposferico contrario ad un suo rafforzamento. Abbiamo avuto per due anni consecutivi due possenti strat-cooling,ed entrambi sorprendentemente precoci,oltretutto verificatisi con indici troposferici completamente opposti.
 Questo significa che molto probabilmente non sono le più comuni TLC a determinare una partenza così energica del VPS (QBO/ENSO/AMO/PDO/SNOWCOVER etc..),ma probabilmente l'accoppiata tra il minimo dei ghiacci artici estivo e una bassa attività solare,unici due punti in comune tra gli autunni 2011 e 2012. Se allarghiamo il campo e reanalizziamo anche il 2009 e il 2010 otteniamo quattro anni in cui il vortice polare si è trovato o subito in crisi (2009/2010) o subito molto forte (2011/2012),con conseguente prima parte invernale gelida oppure molto meno avvincente.
L'opposto si è poi verificato nella seconda parte stagionale quando ad un vps debole a Novembre e Dicembre è seguito un vortice polare forte a Gennaio e Febbraio e viceversa. Non abbiamo dubbi circa l'influenza dell'anomalo comportamento della nostra stella su questi eventi,se guardiamo attentamente noteremo che 2009 e 2010 furono caratterizzati dal più classico (spesso esasperato) tripolo negativo atlantico (SSTA negative in zona RM) mentre 2011 e 2012 al contrario hanno visto anomalie positive. Potremmo quindi ipotizzare che siano le anomalie atlantiche a determinare la tipologia di inverni europei in questa particolare fase del ciclo solare: TRIPOLO NEGATIVO: partenza immediata invernale con fase gelida dai primi di dicembre e più mite nella seconda parte, SSTA POSITIVE IN ZONA RM: partenza del vps in grande stile e fase più cruenta tra gennaio e febbraio.
Ovviamente quattro anni sono poca cosa per poterci costruire una statistica,serviranno dunque ancora molti inverni per poter verificare un'ipotesi del genere,di certo il tempo non mancherà visto che dal prossimo anno il sole si appresterà a sprofondare in un nuovo minimo. La sua bassa attività dovrebbe rimanere tale quindi ancora per alcuni anni,permettendoci di modificare alcune tecniche di previsione a lungo termine e di avvicinarci così ad ipotesi più vicine alla reale evoluzione.
Conclusa questa premessa passiamo all'analisi della situazione in stratosfera dove tre warming,di cui due difficilmente distinguibili l'uno dall'altro, segneranno la seconda parte dell'inverno europeo.
Il primo si è acceso sulla siberia orientale,figlio di un dislocamento in quella sede del vortice polare stratosferico ed ha attivato una possente wave 1 ( alta pressione aleutinica), il secondo si attiverà nei prossimi giorni e di fatto non sarà altro che la prosecuzione del primo. A differenza di suo "fratello" però il secondo warming punterà con decisione verso il polo nord (si farà convergente) andando a splittare (divisione in due lobi) il vps. Il terzo e fondamentale warming si innescherà tra una decina di giorni tra Canada e Groenlandia,in piena zona wave 2 e segnerà il passaggio di consegne tra aleutinico ed azzorriano,con quest'ultimo che si instaurerà al polo nord!
Rimangono ancora alcuni dettagli da valutare,senza dimenticare che,sebbene ormai da moltissimi run il tutto sembra confermato, stiamo parlando di carte a 300 ore che quindi devono far mantenere un minimo di cautela. Se tutto evolverà come sembra avremo un classico MMW di tipo split,molto meno classico e molto più straordinario nella sua durata e nel numero di giorni in cui i due lobi del vps potrebbero rimanere sotto i 60 gradi Nord a 10hpa. Si va dunque verso un evento assolutamente storico alla quota di riferimento dei 10hpa, la naturale conseguenza sarà così un indice NAM in picchiata anche verso i -4!
Cosa succederà però in troposfera? Si legge molto pessimismo nei vari forum,pessimismo dovuto soprattutto al fatto che le code dei GM non mostrino ancora scenari esaltanti per la nostra penisola. L'assetto troposferico tuttavia non mostra un solo indice contrario alla propagazione dell'anomalia di geopotenziali,anzi! Molto favorevoli ad una fase invernale eccezionale sull'europa sono (a nostro avviso) un'anomalia ENSO non troppo forzante,il riassetto verso est delle anomalie positive nelle SSTA atlantiche e l'enorme SNOW-COVER euro asiatico.
Ci apprestiamo dunque a vivere un evento straordinario dalla stratosfera fino ai nostri "piani" con l'europa centrale che da metà mese potrebbe precipitare in un freezer siberiano e la nostra Italia che difficilmente potrà rimanerne fuori.
Al momento risulta quasi impossibile stabilire con certezza quale sarà la futura evoluzione,i GM nonostante non mostrino ancora scenari gelidi non hanno ancora sfornato un run coerente con un altro,sintomo di grandissima incertezza.
Rimaniamo dunque ancorati alla nostra prima ipotesi,ovvero quella che prevede una prima fase continentale di gelo particolarmente intenso ad iniziare dal 12-15 gennaio,in seguito alla prima divisione dei lobi del vps la quale manterrà però un asse ancora favorevole ad un'ingerenza canadese.
 Questa prima fase porterebbe il gelo siberiano sul Mediterraneo,favorendo però le regioni del centro-sud e del versante adriatico. In un secondo momento la rapida rotazione dell'asse indotta dal possente anticiclone azzorriano stratosferico innescherà un'elevazione azzorriana in pieno atlantico e la circolazione si farà più meridiana,coinvolgendo maggiormente il centro nord con diffuse nevicate.
 Il lungo periodo freddo e a tratti gelido per l'europa dovrebbe proseguire almeno fino alla prima decade di febbraio,sebbene non sono da escludersi brevi pause "atlantiche" durante le quali l'aflusso di aria mite relegherà la neve solo in alcune zone del nord.

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